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MIAMI ART BASEL 2016: INTERESSE PER GLI ARTISTI ITALIANI
Date: 05/12/2016
PUBBLICO E PRIVATO
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MIAMI ART BASEL 2016: INTERESSE PER GLI ARTISTI ITALIANI.
DI STEFANIA GIACOMINI
Miami si è popolata di presenze internazionali nei cinque giorni di ART BASEL. E la città, da meta turistica alle porte dei Caraibi , si è trasformata nella capitale d’ arte degli Stati Uniti.” L’ambizione di Miami Beach è diventare,infatti, una delle città internazionali per l’arte contemporanea “ – ha dichiarato il sindaco Philipe Levine, annunciando l’apertura il prossimo anno di un nuovo museo. E inoltre ha aggiunto:” Questa fiera muove un notevole indotto per tutta la città: dall’accoglienza alla ristorazione, da ditte di istallazione a personale addetto alla fiera”. I dati in chiusura della manifestazione confermano che il percorso di ART BASEL si consolida sempre di più.
Oltre 260 gallerie a livello internazionale provenienti da 29 paesi di tutto il mondo sono arrivate per il 15 esimo anno di Miami Art Basel per esporre e proporre capolavori dell’arte contemporanea (da Lichtenstein a Basquiat da Morandi, Fontana, Castellani a Picasso, da Pistoletto a Mirò, da Bitzer a Boetti) come anche artisti emergenti. Molte di queste gallerie sono anche ritornate dopo alcuni anni di assenza ed altre nuove 21 gallerie hanno fatto il loro debutto.
Un trend positivo:si stima che ci siano state 77 mila presenze tra collezionisti e influenti curatori di mostre e responsabili di musei internazionali nonchè di fondazioni che si occupano di arte. Miami era in questi giorni per il traffico cittadino intasata come una grande metropoli tra macchine private, taxi, uber e navette che hanno trasportato da un luogo ad un altro della città migliaia di persone: in effetti non ci si è limitati ad esporre alla Convention Centre che ha aperto i battenti solo a metà ( tra qualche anno sarà conclusa la ristrutturazione con 500 bilioni di dollari investiti ) ma in 25 spazi espositivi che di anno in anno sono aumentati offrendo una vasta gamma di opere per tutte le tasche. Il rischio però è quello di stordirsi ,di vedere troppo e di non ricordare molto se non si ha uno spiccato spirito organizzativo e le idee ben chiare. Gli addetti ai lavori affrontano un vero ‘tour de force’ ma ne vale la pena per il grande business che c’è in fiera e dietro la fiera d’arte (dalle compravendite delle opere,agli spazi espositivi in affitto, ai biglietti messi in vendita per i semplici visitatori, all’indotto dell’accoglienza e della ristorazione).
Miami Art Basel si conferma la migliore manifestazione del genere negli Stati Uniti – secondo gli organizzatori – ci sono state forti vendite e con piacere si è registrato un notevole numero di collezionisti dalla Cina , dal Sud America e dall’Europa. Del resto si sa che da tempo l’opera d’arte è un bene di rifugio per miliardari che, amando la cultura e l’arte, mettono al riparo il loro danaro dalle fluttuazioni pazze della borsa mondiale. Grande attenzione hanno riscosso le nostre gallerie italiane piu ‘importanti che hanno presentato i capolavori di nostri grandi maestri come Castellani, Fontana ,Burri ma anche maestri della fotografia come Galvani e Vitali ed altre private come Franco Valli a Wynwood che ha proposto altri famosi artisti come Rotella, Berlingeri, Biasi, Bonalumi con una mostra dall’orgoglioso titolo ‘Italian masters do it better’. All’opening anche la presenza della console generale Gloria Bellelli e della contessa Antonella Vitetti.
La grande star tanto attesa, ma all’ultimo non è potuta arrivare ,è stato Maurizio Cattelan omaggiato dal film ‘Be right back’ di Maura Axelrod, ironico e ben fatto, sulla sua vita, presentato nella sezione film al Colony Theatre , strapieno di stampa ed estimatori. Tanto fotografata dal pubblico alla Convention anche la pazza e super colorata performance che l’artista italiano ha firmato insieme al fotografo Pierluigi Ferrari, co-fondatori della rivista Toilet Paper. La prestigiosa fondazione di Basilea Bayeler ha loro commissionato , insieme alla partecipazione creativa di Stefano Seletti e Charly Vezza di Gufram, l’allestimento di uno spazio diventato una casa, super colorata,un po’ pazza,dove il tavolo di cucina strabordava di spaghetti e tazze da latte Seletti ,dove il salotto era decorato da cactus Gufram ,ammiccante simbolo fallico, su tappeti super colorati e super ecologici nati dal riuso della fibra di plastica. Insomma Il Convention Centre, in mezzo a tante prestigiose opere d’arte istituzionali ed ospitate nei vari musei, ha proposto provocatoriamente questa performance ironica ,anche irriverente ,che ha conquistato, dopo un primo sconcerto, proprio tutti.
Come anche grande interesse c’è stata per la presentazione,in uno spazio curato da Claude Picasso, della Avanguardia russa, a cura di Norman Rosenthal, della galleria Gmurzynska per il suo 50 esimo anno di attività, alla vigilia del centesimo anniversario della rivoluzione russa che sarà ricordato il prossimo anno in tutto il mondo :al Moma di New York come al Tate Modern di Londra .La galleria polacca è stata la prima ad introdurre sin dal 1960 ai collezionisti occidentali gli esponenti dell’avanguardia dei paesi dell’est.
Ad Art Miami ecco apparire anche un super quotato Banksy che dalla ‘streetart’ è approdato da tempo alle gallerie e collezionisti milionari ma ciò che più’ ho ammirato è stato lo spazio proposto dalla giapponese Jufuku Gallery dove la geometria delle forme e i materiali inconsueti si sono fusi con l’antica tradizione manuale nipponica creando oggetti irresistibili e dal giusto prezzo.
Suggestive location quelle di Scope e Untitled. I due spazi espositivi in due settimane sono nate sulla spiaggia di fronte ad Ocean Drive. Se nel primo ci sono state molte proposte interessanti come il richiesto Bruno Catalano nonché citazioni a grandi maestri come la mega scultura Picasso ( le sue opere molto numerose al Convention Centre) o altre ispirate da quadri magrittiani o infine l’opera piu artigianale della britannica Lucy Sparow che taglia e cuce ‘pannolence’ per creare oggetti alimentari per i suoi quadri, nel secondo ci sono state poche interessanti sollecitazioni se non l’incitamento al riuso da un vecchio pianoforte trasformato in piano bar o da una mega opera artistica realizzata tutto con il tradizionale lavoro all’ uncinetto.
Piu’deludente ‘DesignMiami’: pochi allestimenti tra cui ,però spiccava quello dell’italiano Gaetano Pesce,tanto amato negli Stati Uniti, che ha reinterpretato l’armadio a suo modo come vasi dei fiori. E tra le altre proposte di design unica quella di Elisabetta Cipriani, romana ma trapiantata a Londra: gioielli firmati da artisti importanti che per la prima volta hanno disegnato il concept di questi preziosi oggetti in oro. E a proposito di Gran Bretagna grande interesse hanno suscitato gli oggetti scolpiti da pezzi unici in legno , di nuovo di tendenza, della designer Sarah Mayerscough.
Atmosfera delle grande occasioni all’opening di ‘Public’, spazio aperto di fronte al Museo Bass che, insieme a Miami Art Basel ha organizzato una serie di divertenti performance e ospitato tante opere: una di queste è l’imponente torre super colorata ,donazione permanente al museo ,dell’artista italiano Ugo Rondinone. E proprio di fronte successo di critica e di pubblico ha suscitato l’allestimento ‘Reconstruction of the univese’ del cinese Sun Xun. Sotto una mega costruzione in bambù, tra globi luminescenti e gallerie sinuose ha presentato le sue opere rigorosamente in bianco in nero: la sua visione personale di un nuovo mondo.
Le luci dei riflettori si sono spente su Miami Art Basel, si smontano gli enormi capannnoni che hanno contenuto milioni di dollari di opere e già la macchina organizzativa si è messa in moto per l’appuntamento del prossimo anno. Intanto la città è tornata quella che tutti conosciamo, sotto il sole, le nuvole trasportate dal vento dell’oceano e la vita da spiaggia, lontano dalla frenesia delle metropoli .